Ti senti sopraffatto/a, ma fai fatica a dirlo? Ti dici che “non è poi così grave”, che “devi farcela da solo/a” o che “non vuoi disturbare nessuno”?
L’ansia, spesso, si accompagna a un blocco profondo nel chiedere aiuto.
È una dinamica molto comune, che vediamo ogni giorno nel nostro studio: persone che convivono con un disagio costante, ma che arrivano da noi solo dopo mesi, o anni, di fatica silenziosa.
Nel nostro percorso con il Metodo Vlacos, aiutiamo chi si sente intrappolato in questa solitudine emotiva a riconoscere che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di forza.
Perché è così difficile chiedere aiuto quando si prova ansia?
Ci sono molte ragioni che ci portano a restare in silenzio anche quando stiamo male:
Paura di essere giudicati: temiamo che gli altri ci vedano come fragili o incapaci.
Vergogna: ci sentiamo sbagliati per quello che proviamo.
Desiderio di controllare tutto da soli: pensiamo che ammettere di aver bisogno significhi perdere il controllo.
Abitudine a non mostrarsi vulnerabili: siamo cresciuti pensando che “bisogna essere forti”, sempre.
Il risultato è che l’ansia si intensifica, perché, senza uno spazio di ascolto e condivisione, tutto si ingrandisce dentro di noi.
Cosa succede quando non chiediamo aiuto?
❌ L’ansia diventa cronica: ogni situazione è fonte di allarme.
❌ Si accumula tensione nel corpo: insonnia, stanchezza, malesseri fisici.
❌ Si alimenta un dialogo interiore negativo: “Non ce la faccio”, “Sono sbagliato/a”.
❌ Si rafforza la solitudine emotiva: più ci isoliamo, meno sentiamo di potercela fare.
Eppure, proprio il momento in cui ti senti più fragile è quello in cui sarebbe più importante tendere la mano.
Un caso concreto
Marco, 40 anni, è arrivato nel nostro studio dopo mesi in cui l’ansia aveva preso il sopravvento. Non riusciva più a guidare serenamente, evitava riunioni, aveva perso interesse per le uscite con gli amici.
Era esausto, ma convinto che chiedere aiuto fosse “un fallimento”. Solo dopo un attacco di panico, si è deciso a parlare con qualcuno.
Durante le sedute con il Metodo Vlacos, abbiamo lavorato per:
✅ Riconoscere la legittimità del suo disagio, senza giudizi.
✅ Coltivare un nuovo sguardo su sé stesso, basato su comprensione e gentilezza.
✅ Trasformare la richiesta d’aiuto in una scelta consapevole, non in un segno di debolezza.
Oggi Marco racconta di sentirsi più leggero, e soprattutto, più libero di essere autentico.
Come il Metodo Vlacos ti può aiutare
Nel nostro studio, creiamo uno spazio sicuro in cui poterti esprimere, anche se non sai da dove cominciare. Con il Metodo Vlacos:
✅ Ti aiutiamo a riconoscere l’ansia come un segnale, non come un nemico.
✅ Ti accompagniamo nel trovare il coraggio di dire “sto male” senza sentirti fragile.
✅ Lavoriamo insieme per recuperare fiducia e calma, passo dopo passo.
✅ Ti insegniamo a prenderti cura di te, non solo quando “non ce la fai più”.
La visione del Metodo Vlacos
La mia missione è aiutare chi ha imparato a non chiedere nulla a concedersi il diritto di ricevere.
La mia visione è un mondo in cui si possa dire “sto male” senza vergogna, e in cui il benessere non sia un lusso per chi “non ha problemi”, ma un diritto per chi ha il coraggio di affrontarli.
Chiedere aiuto è un atto di amore verso sé stessi.
E noi siamo qui per accogliere quel gesto e accompagnarti nel tuo percorso, con rispetto, cura e competenza.
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Dott.ssa Elena Vlacos
Psicologa e Psicoterapeuta
CEO & Founder Studio di Psicoterapia Vlacos